giovedì 10 ottobre 2013

la favola di fedro

Vidua et miles
Quanta sit inconstantia et libido mulierum

Per aliquot annos quaedam dilectum virum
amisit et sarchophago corpus condidit;
a quo revelli nullo cum posset modo
et in sepulchro lugens vitam degeret,
claram assecuta est famam castae coniugis.
Interea fanum qui compilarant Iovis,
cruci suffixi luerunt poenas numini.
Horum reliquias ne quis posset tollere,
custodes dantur milites cadaverum,
monumentum iuxta, mulier quo se incluserat.
Aliquando sitiens unus de custodibus
aquam rogauit media nocte ancillulam,
quae forte dominae tunc adsistebat suae
dormitum eunti; namque lucubraverat
et usque in serum vigilias perduxerat.
Paulum reclusis foribus miles prospicit,
videtque egregiam facie pulchra feminam.
Correptus animus illico succenditur
et uritur impudicitiae cupidine.
Sollers acumen mille causas invenit,
per quas videre posset viduam saepius.
Cotidiana capta consuetudine
paulatim facta est advenae submissior,
mox artiore vinxit animum copula.
Hic dum consumit noctes custos diligens,
desideratum est corpus ex una cruce.
Turbatus miles factum exponit mulieri.
At sancta mulier "Non est quod timeas" ait,
virique corpus tradit figendum cruci,
ne subeat ille poenas neglegentiae.
Sic turpitudo laudis obsedit locum.


 La vedova e il soldato
La grande incostanza e la voglia delle donne

Una donna che aveva perduto il marito, amato per parecchi anni, ne seppellì il corpo in un sarcofago; poiché da questo non c'era modo di allontanarla in quanto, in lacrime, trascorreva la sua vita nel sepolcro , conseguì chiara fama di moglie integerrima. Frattanto alcuni che avevano saccheggiato il tempio di Giove, pagarono la profanazione con la crocefissione. Perché nessuno potesse toglere le loro salme, furono posti dei soldati a guardia dei cadaveri vicino al sepolcro dove si era rinchiusa la donna. Una delle guardie, assetata, nel cuore della notte chiese dell'acqua alla servetta, che, casualmente, in quel momento assisteva la sua padrona pronta per andare a dormire; aveva infatti vegliato lavorando al lume di una lanterna e aveva prolungato la veglia sino a tarda notte. Il soldato butta lo sguardo atrraverso la porta non completamente chiusa e vede la donna virtuosa essere di rara bellezza. Colpito (da tanta bellezza) il suo cuore subito prende fuoco e arde di insana passione. Con ingegnoso acume cerca mille scuse per poter vedere la vedova più spesso. Conquistata da quella relazione quotidiana, si concede a poco a poco all'estraneo e in breve un'unione sempre più stretta le offuscò la mente. Mentre il custode diligente passa qui le notti, viene a mancare un corpo a una delle croci. Il soldato, sconvolto, espone il fatto alla donna. E la santa donna dice: «Non hai nulla da temere», e gli consegna il corpo del marito da affiggere alla croce perché lui non sia punito per la sua negligenza. Così l'infamia prese il posto delle lodi (attribuitele in precedenza).


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